Cari Italiani, ci permettete qualche domandina?

Cari Italiani, ci permettete qualche domandina?

A loro dedico questo post.

Sei belle donne catalane che amano l’italiano, lo studiano, lo praticano, chiacchierando e giocando con me.
Ci ritroviamo tutti i lunedì: stesso posto (Escuela Oficial de Idioma Drassanes, nel quartire multietnico del Raval, proprio vicino a las Ramblas), stessa ora!
Ognuna di loro è stata almeno una volta in Italia, visitato musei, mangiato “pitza” e “maccaroni”, sognato di indossare qualche vestito di Giorgio Armani e riso di Berlusconi.
A loro dedico questo post (e mi sembra il minimo), per dar voce ad alcune domandine che vogliono farci…perché ci sono delle cose che proprio non capiscono di noi italiani…
A loro, voglio dire GRAZIE.

Eccole qua: 

Cristina. Arriva stanca e provata perchè il lunedì proprio non le va giù. Poi, appena si rilassa un po’, comincia a trovare la sua dimensione. Si diverte a fare battute, a volte mi “sfotte” ma lo fa con amore (io lo so). Ride spesso ed è estroversa. Controindicazioni: non fatele fare giochi o attività a  sorpresa, potrebbe chiudersi immediatamente a riccio. Le piace la musicalità che produce la parola pisolino al pronunciarla ma anche il suo significato. Se le dici Italia lei ti risponde parlando dei suoi paesaggi, che l’hanno fatta tanto innamorare. Della Toscana e di Pisa. Della Sardegna e del suo mare che è scolpito nella memoria del suo primo viaggio italiano. E poi Ramazzotti e Battiato. Lei, così ironica e allegra, non scherza quando mi dice che c’è una cosa che proprio non sopporta degli italiani: “Quando si tratta di code, file da rispettare, ci dimentichiamo le buone maniere”.

 
 

Vicky, la ritardataria. Entra silenziosa, a volte correndo e col fiatone. Timida, misteriosa, dietro ai suoi sorrisi  si celano una dolcezza e una voglia di fare infinite. Se le chiedessero di descrivere l’Italia comincerebbe parlando della sua strana forma a stivale e della moda, quella di Giorgio Armani. Continuerebbe dicendo che le piacciono le parole carina ma anche cara e che mai si dimenticherà degli spaghetti al sugo che le preparava sempre sua madre. Adora gli storici film anni 80 di Celentano e della Muti, suoi primi ricordi culturali. Concluderebbe dicendoci questo: “Cari Italiani, perchè non lottate contro la mafia? Perchè vi siete abituati a conviverci? Perchè non reagite?”.

Maite. In classe mi guarda attenta, con aria riflessiva. Non sia mai si perda qualche aneddoto italiano, modo di dire o pillole di cultura. L’Italia le piace tanto e la conosce abbastanza bene. Ha visitato un sacco di posti e città ma il suo primo ricordo rimane Firenze e la sua arte. Dinamica, ponderata e rockettara dentro…un cocktail stupendo. Come le altre sta frequentando il corso d’italiano, terzo livello. La lingua le piace molto e non fa fatica a parlarla, è proprio portata.  A riguardo mi dice una cosa: “L’italiano è così bello e melodico, perchè vi ostinate a rovinarlo usando anglicismi?”. E per concludere le chiedo: “Che consiglio ci daresti?”. Lei mi risponde così: “Dovreste accantonare il culto della bellezza, dare più importanza alla sostanza invece che alla forma!”. 

 
 

Mireia, la piccolina. Solo 21 anni (CHE FORTUNA). Tutta pepe, spensierata ma anche tanto determinata. Ha fatto l’erasmus a Pisa, 9 mesi di full immersion con l’italiano, infatti lo parla benissimo. Andava fiera del suo primo ricordo culturale italiano, Federico Moccia, ma quando la sua cara coinquilina pugliese le disse che lo scrittore in questione era solo spazzatura, ci rimase un po’ male. Quel giorno, delusa e affranta, capì che non tutta la letteratura italiana che sbarca in Spagna dovrebbe trovarsi nelle migliori librerie. Parliamo anche di uomini e lei mi dice che quelli italiani le piacciono, che in tutto il mondo hanno la fama d’essere dei gran seduttori, affascinanti, coi modi gentili. Ma lei a proposito ha un dubbio: “sono veramente così, o sono solo il frutto di un immaginario collettivo?”.  Poi c’è un’ultima cosa che non sopporta: le spiagge a pagamento che dice di aver incontrato ovunque.

Nuria, nata con la borsa. E’una donna che ama la vita, è sincera e diretta, una di quelle che non si fa problemi a dire al cameriere che il piatto che aveva ordinato è troppo salato, poco cotto, immangiabile. Le piace la parola soffitta, ama l’arte italiana, il Vaticano e le canzoni romantiche di Gigliola Cinquetti che le ricordano suo padre. Ma ancora di più le piacciono gli uomini italiani, soprattutto quelli coi capelli brizzolati. Eterna sognatrice e totalmente pazza per l’alta moda italiana, quella di  via Monte Napoleone a Milano. C’è una cosa che non capisce degli italiani: “Perchè quando parlano tra loro sembra sempre che stiano litigando?”.

 
 

Elisensa, così minuta e delicata. Comincia a partecipare al gruppo di conversazione perchè le sue compagne le dicono che è utile e che io sono brava e simpatica (sale l’autostima). Ora, ci vediamo tutti i lunedì, o quasi, perchè quando il suo ragazzo, che ora lavora in Germania, torna a trovarla, lei non c’è per nessuno…e fa bene, io farei lo stesso! A soli 17 anni se ne andò a Firenze per fare  l’Erasmus. Mi dice che è stata un gran bella esperienza, ma ora, che di tempo ne è passato, ha paura che tutti i suoi sforzi per apprendere l’italiano vengano vanificati. Adora la parola brava che anche in spagnolo esiste ma solo al maschile e non viene usata allo stesso modo. Infine mi dice (parole testuali): “A voi, veramente vi piace il casino, no?”. Una domanda/risposta per farci capire che siamo rumorosi, parliamo sempre a voce troppo alta e gridiamo troppo…in qualunque circostanza. 

6 Commenti

  • Anonymous ha detto:

    claudia!!!!! sei un mito!!!!…. mi fai commuovere fino alle lacrime!!!!…. sei geniale,fantasiosa,tenera,e spiritosa… e poi basta (se no ti monti la testa)ah!ah!ah,ah sono orgogliosa di te!! e mi rammarico di averti conosciuto molto poco ::
    ti voglio tanto bene.
    mammma

  • amarcordbarcellona ha detto:

    hahahaha..mamma, mi fai morir dal ridere…hhaaha…sono contenta che ti piaccia e grazie per i complimentoni che mi hai fatto…ti voglio tanto bene anche io…

  • Anonymous ha detto:

    Ciao

    Vorrei rispondere a “cari italiani ci permettete qualche domandina”

    Cristina: non rispettiamo code e file perchè abbiamo fretta, abbiamo
    tutto noi da fare.

    Viky: la mafia non perdona nemmeno la famiglia, e la paura fa 90

    Maite: se lo facessimo non saremmo italiani

    Mireia: sono quanto di meglio si possa trovare in circolazione

    Nùria: probabilmente non hai ancora assistito ad una discussione tra
    diverse persone che parlano di calcio, logicamente tifosi di squadre
    differenti. Una corrida è più silenziosa

    Elisensa: attualmente tutto il paese è un casino,ma siamo degli ottimi
    artisti. (Scelta giusta la ripresa dello studio)

    Le risposte sono da considerarsi in chiave auto ironica, anche se
    nelle domande ci sono molte verità.

    Bruno

  • amarcordbarcellona ha detto:

    Grazie Bruno per essere passato di qua e per avermi lasciato questo commento molto simpatico!Ora dovrò farlo leggere alle ragazze…

  • Marco Giralucci ha detto:

    Ciao, mi chiamo Marco, vivo a Barcellona da quasi sette anni.
    Interessante il tuo Blog, foto molto ben fatte, grafica accattivante.
    Vorrei dirvi solo alcune cose:
    a Cristina vorrei far sapere che una delle cose che mi fa apprezzare Barcellona (non dappertutto) e la Catalogna è il civismo nei negozi, per strada, aspettando l’autobus, sulle scale della metro. Quando torno in Italia provo rabbia e vergogna: sarebbe così facile vivere educatamente e nessuno lo fa.
    A Viky invece devi dire che l’unica differenza fra gli italiani e i catalani è che noi alla mafia abbiamo dato un nome, loro la nascondono continuamente e fanno finta di niente e invece ne sono pieni quasi come l’Italia. Un giorno si saprà tutto. Attenzione, questo non ci giustifica minimamente: è vero che non facciamo abbastanza.
    Ultima nota per te, te lo dico con simpatia, per dimostrarti interesse: la toponomastica di Barcellona è, per ordinanza municipale, in catalano: Paseo de Gracia non esiste, C/Rossellon non esiste. Il loro nome è quello che c’è sulle targhe appese sugli edifici. Mentre l’Escola Oficial d’Idiomes si può anche chiamare in castigliano come tutto quello che ha a che fare con l’Amministrazione pubblica è nelle due lingue co-ufficiali.

  • amarcordbarcellona ha detto:

    Ciao Marco, che piacere conoscerti! Mille grazie per il commento…promesso che riferirò alle ragazze tutto quello che mi hai scritto…sono tanto contenta che ti piaccia il blog e le foto, grazie!!!

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