Poche balle, fotografare Gaudí so cazzi. E’ una delle imprese più difficili che mi siano mai capitate. Se ti esce una foto su 15 hai vinto, se ne fai bene 1 si e 4 no ti meriti un Nobel all’anno. Per almeno 5 anni.
Quest’uomo era un genio, la sua mente non funzionava come la nostra che, mentre guardiamo un fiore pensiamo al suo profumo, quando compriamo il pesce per la cena pensiamo se farlo al forno o fritto, che la natura la associamo solo alla campagna. Noi poveri umani, ci togliamo il pigiama per andare a lavoro – non sempre – per poi rimettercelo prima di andare a letto. Punto. Sappiamo fare a malapena 2+2 e, mentre cerchiamo un briciolo di originalità non facciamo altro che far ridere i polli.
Gaudí invece no. Lui progettava parchi, ideava mobili e costruiva case in un batter d’occhio. Tipo cucinare delle uova al tegamino. Facile no? Cosa ci vuole? Un paio d’uova, un pizzico di sale, olio e pepe. E ciao! Lui faceva lo stesso. Qualche squama di dragone, le branchie di un pesce, una decina di gusci di lumache, due o tre funghetti, un vortice d’acqua, tanti materiali colorati raccattati in giro e via.
Ed ecco a voi Casa Batlló, l’opera d’arte modernista più meravigliosa di sempre.
Volete qualche info seria riguardo storia, costi e orari? Subito…QUI.
Casa Batlló é una tappa della Ruta del Modernismo.
Se le foto non vi piacciono non è colpa mia ma di Gaudí, sappiatelo!
- ad ogni rampa di scale ci sono dei piccoli balconcini. così puoi riprendere fiato e forse, se ci rieci continuare a salire. sennò, se preferisci c’è l’opzione ascensore.
- dettagli ondulati ma anche linee rette. equilibri.
- una scala o la spina dorsale di un animale. la seconda, ovvio.
- sulla terrazza principale dell’edificio riposa in santa pace un dragone e quella è la sua schiena.
- le piastrelle del piano terra sono di un colore azzurro chiaro e le finestre più grandi rispetto a quelle che si trovano ai piani alti. questo permette alla luce che fluie nel patio interno di arrivare ai vari piani della casa in maniera uniforme e omogenea. tutto era arte ma con una certa funzionalità.
- trancadis, tecnica tipica del modernismo catalano molto usata dal genio Gaudi. si utilizzavano materiali di scarto come per esempio la ceramica rotta e i pezzetti si univano tra loro creando geometrie e disegni più o meno astratti.
- lampadario nella sala del relax. le linee ondulate ricordano un mulinello d’acqua.
- scale che conducono alla terrazza.
- pianerottolo dalle vetrate che riproducono le onde del mare.
- caminetti.
- pareti bianche? suvvia che banalità. facciamole squamate.
- scorrimano a forma di lumaca.
- sala del relax. “vogliamo delle vetrate luminose e che siano enormi. la gente fuori ci deve poter vedere ed invidiare”!. questo era lo scopo.
- il ferro lavorato, altro materiale tipico del modernismo catalano.
- si dice che potrebbero essere dei seni o “hai presente quando tiri un sassolino in acqua?”.
- giardinetto interno dove si mangiava e si organizzavano feste. lo stesso: “che i vicini possano morire di gelosia”!.
Modernismo 4ever and ever!