Io: “Già hanno detto troppo. Guai a loro se si mettono pure a discutere sul finale di 4400. Le vostre interpretazioni pseudo radical chic portatevele a casa, vi prego! Lui (il Santo): “E tu non ascoltare, parliamo d’altro. Com’è andata oggi? A lavoroooo…male, c’è sempre quella str….ega che non faccio che mandar sulla luna e poi…ecco, ecco, basta ora glielo dico se per cortesia possono continuare la conversaSERIE fuori da qui!”.
A parte questi piccoli inconvenienti (di vitale importanza), vicini di tavolo poco desiderati, vorrei informarvi del fatto che io, adoro andare al ristorante. Conoscerne di nuovi…a mio rischio e pericolo. Non sono una cliente “facilmente fidelizzabile”, sono una “nomade di ristoranti”. Al ristorante – a parte magnà – mi piace chiacchierare del per e del diviso (che del più e del meno ne abbiamo tutti abbastanza), osservare la polvere incollata sulle bottiglie degli amari d’annata, raccontare qualche freddura, tipo: “Sai qual è il colmo per un cuoco (visto che siamo in tema) ?”, “prendere una cotta!”, fare qualche foto e bere sorsate di felicità a tempo determinato.
E se ora mi chiedessero: “Con chi alla cena dei tuoi sogni?” la risposta la conoscete già.