Questa non sarà una vera e propria recensione ma un breve riassunto. E dico breve perchè anche il libro lo è, e si legge tuttoDunFIATO ed è proprio carino carino e poi l’ha scritto una persona, una donna che conosco da vicino , alla quale voglio proprio bene. E poi in questo libro ci sono anche io, e, a parte il mio nome scritto in piccolino piccolino sotto ad una foto, c’è appunto una foto, una foto che ho fatto io.
Si tratta di un ritratto. Un ritratto, che a me piace tanto perchè la luce quel giorno era proprio intensa e le sfiorava quel viso bello che c’ha. Insomma la foto ritrae lei, quella donna di cui vi parlavo sopra, che poi è la scrittrice del libro in questione (in fondo al post ho pubblicato anche altre foto che secondo me sono venute bene..e c’è sempre lei).
“No quepo,no quepo!”. Si, cominciamo dal titolo del libro, che è appunto questo, o meglio quello: “No quepo, no quepo!”…ovvero: “Non c’entro, non c’entro!”…
Una grassoccia, una paffuta, in carne, di quelle che di certo non rispecchiano i moderni canoni estetici. Non si parla dunque di una modella, di una fighetta cool che tutti amano e vogliono imitare. La protagonista è grassa e c’ha pure un sacco di problemi esistenziali che di sicuro non può sperare di risolvere una domenica pomeriggio in un bar del centro di Madrid, dove è ambientata la storia. Se ne sta seduta sola soletta ad un tavolo, guarda le persone felici che la circondano, pensa, non fa molto altro – forse non fa nemmeno quello – fino a quando un uomo le chiede: “E’ occupata questa sedia?”…e alla risposta “no”, si siede. Un torrente di parole cominciano ad uscire dalla bocca della protagonista, anche se lui in realtà non le aveva proprio chiesto un bel niente. Ma lei aveva così tanto bisogno di sfogarsi che comincia a farlo sin dalle prime pagine del libro e non se la smette fino a che non finisce…il libro. E parlaPARLAparlaPARLA. Non si ferma più. E l’uomo ASCOLTAascoltaASCOLTA o FafintaFAfinta…non si sa…ma io mi ci sono immedesimata in quell’uomo, quel povero sfigato che proprio quella domenica pomeriggio voleva starsene tranquillo, uscire di casa per prendere un pò d’arietta fresca, fare una passeggiata e sorseggiare in santa pace un caffè al bar. Voleva fare una cosa veloce, invece è ritornato a casa tardi, stanco e di mal umore, come se quella domenica non fosse stata domenica. “Maledetta grassona!!”, ecco, così avrà pensato. In tutto il libro lui non dice una parola, è solo la “grassona” l’unica che da libero sfogo ai suoi pensieri malsani, fantasie e problematiche, e lo fa pure elegantemente, sapientemente, dando così vita ad uno splendido monologo. Ironico, forte ma anche leggero, ma anche triste. Un monologo che comincia alle prime pagine e che ti trascina, che in fondo, anche quando ci fa ridere ci vuol far pensare. Un monologo che, pagina dopo pagina analizza con la precisione di un medico forense la condizione esistenziale di tutti quelli che non c’entrano (perchè sono grassi o per altri motivi meno evidenti) in questa società.
Lourdes Miquel, autrice del libro è una bravissima scrittrice catalana ma non solo. E’ anche una paziente professoressa di spagnolo che se non fosse stato per lei a quest’ora mi limiterei ancora a comunicare con il linguaggio dei segni. Ma è anche e prima di tutto una donna speciale e proprio bella, sia dentro sia fuori. Quindi, approfitto di questo post, non solo per pubblicizzare un pochino la sua splendida creazione letteraria ma anche per ringraziarla di cuore.
Per essere sempre stata al mio fianco in questi anni,
per volermi bene come una vera amica,
per non avermi mai fatta sentire spaesata in questa città che all’inizio non sentivo mia,
per essersi lasciata andare lasciandosi fotografare in tutto il tuo splendore.
Grazie!.
Qué chulo Claudia y Lourdes;-)