Quando ho detto a mia mamma che sarei andata a cena in un ristorante molecolare era talmente entusiasta, curiosa e orgogliosa che si è sentita in dovere di riportare la notizia a tutta la famiglia: “lo sapete dove va stasera (la) Claudia? a mangiare cose “nucleari””! Dopo qualche secondo di silenzio, qualcuno ha rotto il ghiaccio e, preoccupato, le ha chiesto urgentemente di mettersi in contatto con me per interrompere questo mio atto suicida. La questione è che si, sono andata ad ingurgitare cose strane ma che, per fortuna non avevano nulla a che vedere con nuclei atomici o reazioni energetiche. Ho solo – e semplicemente – mangiato tanta aria. Pensavo di dovermi catapultare al mc donalds una volta uscita e invece non ce n’è stato bisogno. L’aria riempie!
Ma partiamo dall’inizio.
Mesi fa il fratello di Miky è finalmente riuscito a prenotare un tavolino piccino piccino per lui, suo fratello e me, al famoso ristorante Tickets.
E’un posto, questo, in cui ogni tavolo ha il suo cameriere personale che ti racconta le portate che ti serve, che ti consiglia e coccola, un pò come se fosse un tuo genitore. Un ristorante in cui non ci capiti solo perchè vuoi riempirti la panza ma perchè decidi che vuoi fare un’esperienza, un viaggio culinario in piena regola. Sta di fatto che noi ci siamo seduti alle 20.00 e ne siamo venuti fuori alle 12.00. Se decidi di prendere il vino ti spennano – noi infatti abbiamo optato per delle ottime birre -. Un posto in cui se sei un maiale frettoloso lascia perdere, ti consiglio un hamburger take away. Il Tickets è sempre pieno – cazzo – e, mentre mangi ti chiedi: “ma sta gente, che lavoro fa per avere tutti sti soldi da spendere”? o “sono tutti dei poveracci come me ma fanno finta d’essere dei fighi per una sera poi per un mese saranno costretti a mangiare riso in bianco”? Insomma, entri e ti fai un casino di domande. Ma gli interrogativi migliori arrivano quando apri il menù. Aria di formaggio, burro sotto forma d’aria, cibi dalla struttura molecolare alterata – senza l’uso di sostanze chimiche, ovvio – e ancora aria che non sembra aria. Se vai al Tickets insomma sai perchè ci vai. Sai che non spenderai 20 euro ma sei comunque contento – lì per lì – anche se sei consapevole del fatto che avrai gli incubi per almeno le due notti sucessive e che – probabilmente – dovrai ricalcolare il budget annuale che avevi pensato di utilizzare per i viaggi 2016. Ma non importa. Vai e dedichi anima e cuore mangiare molecole. Se vai al Tickets è perchè sei adulto, è questa la triste verità. Da giovane vai alla trattoria del quartiere, mangi da star male, bevi vino rosso a litri e poi forse vomiti. Da adulto invece vai in questi posticini qua. Più sofisticati, ad hoc, con stelle Michelin, più cari. E poi pensi: “lavoro guadagno, pago pretendo”!. Ed è subito “chissenefrega tanto so che presto vincerò la lotteria”.
Si trova QUI e questo è il fotoracconto. Tanto per rendere l’idea.
- questa sono io che mi faccio i selfie in bagno mentre fuori tutti mi aspettano per ordinare.
- olive speciali del Tickets. sono olive che non sono olive ma che sembrano olive e che sanno di olive, ovvio.
- gofre aereo di basilico con cuore a sorpresa (questo lo aggiungo io perchè nel menù non c’è scrittto)
- continuiamo con lo stesso concetto dell’oliva che non è un’oliva ma che sembra e sa di oliva. Qui abbiamo un tentacoletto che sembra un tentacoletto e che, ovviamente, sa di tentacoletto, ma che non lo è. In realtà è pasta di riso. che sa di tentacoletto. difficile da digerire direi.
- churros di ribes nero con crema di ravanello rustico. lo addenti e ti si polverizza in bocca. anche questo necessita di bicarbonato ai fini di favorire una facile digestione.
- canapé di anguilla affumicato e marinato alla griglia.
- solo cambia la messa a fuoco.
- il piatto più comune che abbiamo preso: pane con pomodoro. pensando: “metti che non ci riempiamo…due carboidrati non fanno mai male”!.
- crostino di ciabatta con carpaccio di bue, 2cmx1,5cm. quella cosa effetto neve non è altro che aceto polverizzato.
- ceviche di gamberi croccanti sopra tortilla di mais. nel piattino troverete un succo di mela e altre cose.
- piccolo airbag con cuore di formaggio manchego fuso che sembra aria. aria che sa di formaggio manchego.
- mini cozze crude con aria di burro bianco e perla di cappero.
- polipo croccante con peperoncini marinati e salsa.
- nigiri di tonno. la base bianca non è riso, che banalità altrimenti. è una meringa.
- ostrica con caipiriña di frutto della passione. Top! se mai ritornerò solo ostriche per me, grazie.
- ostrica con melone alla griglia, menta e limone.
- airbaguette con carne di vacca gallega.
- la copertina del menù. è tutto un circo.
- non pronunciare mai i nomi: forchetta e coltello o cucchiao. PROIBITO! sarà questa la “posata” che userai durante tutta l’avventura gastronomica. rimpiangerai le bacchette giappionesi o quando in India mangiavi con le mani.
- mare e montagna. seppiette e salsiccia iberica.
- ed ecco a voi la sala dei dolci.
- sembra una pergamena egizia ma non lo è. ecco a voi, signori e signore, il menù dei dolci.
- cocco verde con sorbetto di lima, curry, acqua naturale di cocco e basilico. servito in una noce di cocco.
- nitrogenazione (si dice così?) del cioccolato.
- pane (sullo sfondo) con cioccolato nitrogenato al momento e olio d’oliva.
- berlina gelato. brioche cotta al vapore e poi fritta ripiena di gelato alla vaniglia.
- lavoro guadagno, pago pretendo. cit. anni 80.