Se non qui, dove?

parco Diagonal Mar.
Se non qui, dove?

Questo post partecipa alla “Staffetta di Blog in Blog” con il seguente tema: La mia città del cuore (dove vivrei/torno volentieri perchè…).

Intervista breve a me.

(Egocentrica? No. Bipolare? Nemmeno. Solo mi piace far domande e rispondere).

Io: Dimmi un po’, cara me, dove ti sarebbe piaciuto vivere da piccolina?
Me: Nel mondo immaginario di Lewis Carroll. Incontrare il Bianconiglio, far merenda col Cappellaio Matto, salvare il Re dalla Regina di Cuori, fumare col Brucaliffo. E, tra un compito di scuola e un dovere famigliare, non avrei disdegnato nemmeno una vacanza di una settimanella ad OZ.
Io: E quando hai smesso di sognare e sei cresciuta, che cos’hai fatto?
Me: In realtà non ho mai smesso. Sono solo cambiate le strade da percorrere, i personaggi e le destinazioni.
Io: Una storia, detto o leggenda legata al viaggio, ai luoghi, che ti piace raccontare…
Me: “Tempo fa incontrai un grande personaggio, uno zingaro jugoslavo; siamo diventati amici. Un giorno gli chiesi: “Josef, tu hai viaggiato per tanti anni senza mai fermarti, hai conosciuto tante persone e visto molti luoghi, quindi dimmi, qual’è il posto più bello? Quello dove preferisci stare, dove sei stato meglio. Lui non mi rispose, ma proprio quando se ne stava andando, glielo richiesi di nuovo? Alla fine gli dissi: “Sai, credo di aver capito tutto, non vuoi rispondermi perchè ancora non hai trovato il posto adatto, quello migliore, perfetto; viaggi ininterrottamente perchè lo stai ancora cercando!”. “Amico mio”, mi disse: “sei completamente fuori strada. Io cerco disperatamente di non trovarlo!””.
Io: Cara me, dove sei stata e dove ti piacerebbe tornare…e perchè?
Me: In Messico con le mie due amiche speciali, Elena e Jenny. Ci ritornerei, eccome se ci ritornerei. Vorrei andare al Tango Taco e scoprire se Luca e Marco lavorano ancora lì, bussare alla porta di Wally e dirgli: “ciao, mi ricordo che un giorno mi dicesti “tu casa es mi casa”, mi ospiti per un mese?”, per vedere cosa mi risponderebbe, passeggiare tra le bancarelle del mercato di San Cristobal e mangiare una tortilla con fagioli e cioccolata.
In India, con uno zaino in spalla, un biglietto di sola andata, senza cellulare, solo con tanta voglia di stare assieme e di perderci. Non dimenticherò mai le lenzuola sporche di quell’hotel sperduto, le bambole appese agli alberi in quel tempio dimenticato dagli Dei, la statuetta di Ganesh fatta a mano e le capre alla fermata dell’autobus…lo tsunami!
A Dublino. Mi piacerebbe andare al Boccaccio, ristorante italiano dove lavoravo. Passeggiare a Temple Bar, salutare James Joyce e prendere il sole sul prato del Trinity College.
Se avessi 18 anni sicuramente tornerei ad Ibiza. Le feste con la schiuma, i tramonti spensierati e pieni di progetti sulla spiaggia, gli appuntamenti al buio e noi, tutte abbronzate, sempre alla moda e con mille spasimanti. Come dire no!
A Istanbul. Per il suo vociare, architettura e pizza turca.
A Roma. Per i sabati sera al Pigneto, a brindare e a mangiar greco con gli amici. Per il quartiere ebraico, il giardino degli aranci e Porta Portese la domenica mattina.
In Olanda ci tornerei per riposare. A casa di Monica e Luca e Romeo, a Leiden, paesino tra i mulini e i canali.
A Rimini. Il profumo della piadina, le lasagne della domenica, lo shopping con la mamma e le telefonate interminabili con le amiche. I soliti posti che sanno di casa.
Io: Un libro dove vorresti vivere?
Me: Un indovino mi disse.Io: Una rivista, settimanale?
Me: D la Repubblica delle Donne.
Io: In un film?
Me: Benny e Joon.Io: Se non qui, dove?
Me: Dove non c’è inquinamento acustico, dove non devo perdere ore e ore per andare e tornare da lavoro, dove posso fare un pic nic, dove ci sono mercatini vintage, dove c’è aria di mare ma anche spazi verdi, Barcellona sarebbe perfetta…
Io: Invece dove vivi?
Me: A Barcellona. E qui mi fermo, parleranno loro, le mie foto.

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