Tante cose in questo post, troppe.
Mettiamo alla prova le mie qualità riassuntive e organizzative – di idee – e vediamo se ci riesco. Sarà un successo.
Cominciamo.
All’INA, Espacio de Café y Piadina ci si va per abbeverarsi. Birre artigianali a non finire, cocktails innumerevoli e uno Spritz con la S maiuscola ma non solo bevande ghiacciate, anche calde. Dirvi che finalmente esiste un posto a Barcellona dove potersi gustare un vero cappuccino italiano è dir poco. Per non parlare dell’espresso. Con la cremina che…suvvia, ditemi voi dove se ne vedono, qua, fatti così. Ancora ricordo il giorno in cui, all’inizio della mia esperienza spagnola, entrai in un bar e chiesi il mio primo caffè. “Salve, un caffè per favore”. “Si, certo”. Mette la tazzina sotto la macchina e intanto comincia a fare le sue cose: serve altri clienti, prepara un panino, risponde al telefono, posta qualcosa su facebook e così via…”Scusi il mio caffé”. “Si signorina ma ancora non è pronto, la tazza è mezza vuota”. “Perfetto, perfetto, basta, basta la tolga subito, va bene così”. “Ma scusi non capisco, perchè vuole pagare un caffè intero quando è solo mezza tazza. Non posso mica metterglielo a metà prezzo”. Dopo quest’esperienza, ora so che quando ordino un caffè devo specificare. “Lo voglio corto, espresso, “piccolo”, senza latte, non si desconcentri, dai non è difficile”. Questo era per dirvi che all’INA cose così non succedono. Chiedi un espresso e punto. Te lo fanno senza colpo ferire. Così. Rapido, indolore, buonissimo.
Evviva l’INA.
All’INA, Espacio de Café y Piadina uno ci va anche per sfamarsi ma non solo, perchè cosa succede… Succede che entri che non hai fame poi ti si apre una voragine. Sarà il profuno di piadina che ti pervade, gli ingredienti freschi e la gente che mastica a 4 ganasce che niente, ordini e ti passa la paura. Se siete a dieta fate prima a lascir perdere. O ci andate con lo spirito giusto o state a casa e rosicate davanti ad un’insalata. Io poi, da brava romagnola non vedevo l’ora che aprisse in centro una vera piadineria. Quando sono in astinenza prendo e mi ci catapulto. Non ci sono santi che tengano. Piadina 4ever.
Evviva l’INA.
All’INA, Espacio de Café y Piadina conoscerete Fiammetta e Nicola, i proprietari. Prima di questo momento non avevano mai gestito un locale ma a dir la verità non si direbbe proprio. E’come se l’avessero fatto da sempre. Cavoli, a volte ci penso e mi dico che forse io non ci riuscirei ad essere così in gamba. Lasci tutto e apri un locale. Gli ordini, le consegne, il personale, la gestione degli orari, le piadine – e se finiscono? – cose così. Panico all’istante. Bhe comunque non è il loro caso per fortuna. Diciamo anche che tra le molteplici cose che fanno organizzano anche eventi e mostre. E, vedi un po’, hanno trovato un buchino nel loro calendario anche per le mie foto. Felicità.
Evviva l’INA.
Si amici, all’INA, Espacio de Café y Piadina se ci andate ora ci troverete appese, ad una parete super cool, le mie foto. Foto di un reportage che feci anni fa a Praga in uno storico night club. Scatti che se come minimo avete qualche tabù meglio che rimanete dove siete. Il lavoro parla di questo posto fuori dalle righe in cui i clienti potevano fare sesso gratis con le ragazze. E uso il passato perchè ormai ha chiuso le sue porte e per fortuna ci sono andata prima per immortalare cosa accadeva la dentro. E non vado oltre perchè vorrei ci andaste. Una volta dentro non guardate subito le foto ma leggete prima la descrizione di quello che era, che è stato. C’è un foglio A4 appeso alla parete e siccome non è molto evidente meglio che ve lo dica io ora, qui, adesso che sennò ciao, cominciate a vedere le foto a mangiare e a bere e chissenefrega di leggere. NO.
Sotto alla spiegazione del lavoro fotografico c’è anche la mio bio che fa così:
“Ciao, mi chiamo Claudia e sono fotografa da tanti anni.
Odio il vento, credo fortemente che il miglior vicino di casa sia quello che non mette la password al wifi, sogno spesso l’acqua e cerco disperatamente di non trovare il posto giusto solo così non mi stancherò mai di cercare.
Il mio sogno è quello di assomigliare il più possibile a mia nonna.
Non fotografo gente nuda per passione, questa volta ho fatto solo un’eccezione”.
Ci tenevo ad inserirla qua perchè mi fa tenerezza, non so perchè.
Tutto qua amici. Il succo è che se volete spassarvela, mangiare bene, rilassarvi, godervi l’atmosfera figa di un posto che non è come gli altri e in più vedere delle foto poco convenzionali non aspettate.
Evviva l’INA, Espacio de Café y Piadina.
Calle Carders, 43 nel quartiere del Born, puro centro.
Ed eccovi un pò di foto scattate da amici e non all’inaugurazione dell’Expò.
(fino al 15 d’agosto)
- piccoli bigliettini da visita che riproducevano le foto dell’expo. e parlo al plurale perchè si esaurirono nel giro di poco. dietro c’era anche il qr code che portava al mio sito. cose serie insomma.
- dettaglio. appena portati a casa. ho detto al signore che me li ha stampati: “me li taglia lei”?. “Si certo, sono 30 euro”!. “Grazie faccio io, tanto ho tempo”.
- tutta le gente, amici e invitati alla mostra. pienone. neanche fossi Robert Mapplethorpe.
- Laia, un’amica che ha pensato bene di trovare un posto speciale per i miei bigliettini da visita. per quello sono finiti subito.
- amici lontani ma vicini. la frase d’incoraggiamente dice: “Claudia, molto power”. fantastici.
- ecco l’allestimento. ecco l’INA. ecco le mie foto.
- questa l’ho rubata dal facebook dell’INA, non me ne vorranno Fiammetta e Nicola, no? la piadina è la cura.