Se non fosse stato per Francesca, ciao.
Lo splendore della NONancoraFAMOSA quasiFAMOSA ormaiFAMOSA casa Lleó i Morera esplose quando una ricca donna di nome Francesca, ereditò da uno zio, la suddetta casa. Era una donna ambiziosa e competitiva, una di quelle che nello sfarzo ci stava proprio a gusto. “Voglio una casa enorme, che abbia a che fare con il modernismo, più alta di quelle che si vedono in giro. Un balcone rotondo, una sala per gli invitati con un casino di vetrate in modo che chiunque, dalla strada, possa vedere quanto ci divertiamo e importanti siamo. Voglio fiori intarsiati nel legno, galli e galline, storie raccontate con le sculture e donne con le facce di ceramica che bevono il the”. Disse un giorno – nel lontanto 1902 – la cara Francesca all’architetto Lluis Domènech i Montaner.“Detto e fatto!”, rispose lui. Sfortunatamente Francesca morì ancor prima di veder la casa dei suoi sogni ultimata, ma, come in tutte le storie tristi anche in questa c’è del bello ovvero che il figlio della povera donna, Albert Lleó i Morera, si fece carico dell’opera di riforma della casa rispettando così la volontà della madre e donando alla sua famiglia un tetto decoroso sotto al quale lussureggiare. E vissero tutti più o meno felici e contenti per tre generazioni, fino al 1943.
Io, ora, non vorrei essere pedante amici, però arrivati a questo punto vi cosiglio vivamente di non perdervela. Quando vi ricapita sennò di visitare una casa con galli, rondini e oche che scorazzano felici in salotto, con famiglie stile francese che fanno i pic nic su mosaico in sala da pranzo o ancora con cavalieri armati che ammazzano coccodrilli???. Ecco appunto: MAI. E sappiate che questo non è tutto.
Insomma, di case così, oggigiorno, ce ne sono ben poche.
Fidatevi.
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La Casa Lleó i Morera è una tappa della Ruta del Modernismo.