Ho visitato il Museo della Marihuana, ebbene si. Comunque non fumo ma nella vita non si sa mai. Sicuro sarei piú rilassata se cominciassi.
La cosa figa di questo posto é che mentre ti fai una cultura sulla pianta, quindi vieni a conoscenza del fatto che non solo ha sesso femminile e maschile ma che esistono anche esemplari ermafroditi che diventano tali quando vengono sottoposti a forte stress, che da effetti palliativi quindi attenua i sintomi di varie e svariate malattie e che il seme di canapa é il piú nutriente che ci sia. A suo tempo era diffusa nel mondo come materia prima per la produzione di carta inoltre le sue fibre sono ottime per la creazione di materiali tessili. Per quanto riguarda l’abbigliamento, la canapa rimane fresca in estate e calda d’inverno. Usata persino nel settore dell’edilizia e in quello automobilistico perché molto resistente e leggera allo stesso tempo. Pensate anche che fino alla fine del 1800 in America il combustibile piú utilizzato era un derivato dell’olio di canapa, non produceva scorie e le famiglie potevano addirittura produrlo in autonomia per alimentare le proprie lampade. Presenta anche qualitá cosmetiche, l’olio di canapa combatte i radicali liberi quindi non diventi vecchio, previene le malattie della pelle e ha proprietá antinfiammatorie e rigeneranti.
Dicevamo…mentre capisci che forse la canapa salverá il mondo ti ritrovi a passeggiare in questo edificio modernista che é dove ha sede il museo. Si chiama Palau Mornau edificato a fine xv secolo dalla ricca familia Santcliment e poi acquistato da un altro “povero”, il signor Josep Francesc Mornau che poi da il nome al palazzo. Successivamente, nel xx secolo fu acquisito da Joan Nadal il quale si incaricó di ristrutturalo. Poi arriva l’anno 2002 in cui l’imprenditore olandese Ben Dronkers lo compra e lo ribalta nuovamente come un calzino mettendoci 10 miseri anni per rinnovarlo tutto. Due giorni insomma. Fu solo nel 2012 che aprí le sue porte al pubblico come la casa della marihuana. Insomma un olandese non poteva che reinventarlo in questo modo, non ci si aspettava che lo trasformasse nel museo degli animali imbalsamati per dire, ne tanto meno in un luogo con statuette sacre. E noi siamo contenti cosí perché é riuscito a ridar vita ad uno spazio storico altrimenti morto con originalitá e sapere. Questo tizio, a parte avere molti soldi amava viaggiare, collezionare esemplari di cannabis, dipinti che raffiguravano gente allegra intenta a fumare, oggetti che servivano per fumare…insomma tutto a tema. Quando si rese conto che la sua raccolta stava diventando unica e importante decise che era arrivato il momento di trovare una degna sistemazione a tutto quel ben di dio e fu cosí che, come vi dicevo, nel 2002, diventa propritario del palazzo e lo riempie di tutti quei tesori scovati in giro per il mondo. Cannabis e modernismo ovunque. Finestre decorate in stile modernista. Soffitti alti e dorati, donzelle nude che fumano sul ciglio di una piscina. Tappeti verdi con foglioline di maria e pipe asiatiche, manifesti pubblicitari, una statuetta di Shakespear che fuma – ovvio – appoggiata ad un caminetto meraviglioso che sembra essere un campo a primavera, piante di maria qua e lá anche sui balconi. Un bel cocktail.
Se alla fine della visita ti facessero fare anche due tiri di canna, molto probabilmente ci andrei tutti i sabati.
Dove: Carrer Ample, 35, 08002 Barcelona
Quando: dalle 10 alle 22
Cuanto costa: 9 euro. Gratis per i minori di 13 anni.
Il Museo della Marihuana ovvero il Hash Marihuana & Hemp Museum é una tappa della Ruta del Modernismo