Per amore si fa quel che si può. Cambiare no, ognuno è quel che è. Se ci si innamora devono piacere anche i difetti sennò si cerca un altro/a e ciao. E’certo però, che per amore si accettano anche vari ed eventuali compromessi, tipo trasferirsi in un’altra città.
Successe la stessa cosa all’aristocratico Signor Mariano Fuster i Fuster che, innamoratosi di Consuelo, figlia di un marchese catalano, decise di lasciar la sua amata terra, Maiorca, per metter radici in quel di Barcellona. Per fortuna il Signor Fuster era ricco e, approfittando del fatto che i soldi li aveva in ogni dove credette opportuno fare un regalo degno di nota alla sua dolce metà: un palazzo. Ebbene si. Non un anellino o una cena al ristorante, nemmeno un viaggio o una serenata, nessuna di queste cosucce romantiche da poveri mortali, no, un palazzo. Perchè quando c’è amore e i soldi non mancano, la vita è bella. Inoltre i due amorini, non incaricarono i lavori di costruzione e progettazione al primo architetto che si fece avanti ma niente popodimeno che al fantasmagorico Lluís Domènech i Montaner il quale donò animo modernista a tutta la struttura, dettagli compresi. Ci ritroviamo dunque di fronte ad un’opera incredibile. Vista da fuori sembra un castello con tanto di torretta di vedetta, ghirigori, finestre arabeggianti e un balcone che farebbe invidia a qualsiasi festaiolo.
L’edificio si erge in tutto il suo sfarzo al numero 132 di Paseo de Gracia. Oggi, è un hotel di lusso 5 stelle.
Non so voi ma io, ora come ora (del domani non c’è certezza), non potrei permettermelo. Però, c’è un però. Le sue porte sono aperte a tutti coloro che si trovano nei paraggi e sentono l’esigenza di abbeverarsi. Si perchè al piano terra c’è una sala fantastica con colonne moderniste dell’epoca, un soffitto meraviglioso, tanti tavolini e un bar. Due piccioni, anzi 3, con una fava: un drink, relax e storia. Pensate che proprio in questa immensa sala la Signora Consuelo e il marito Fuster ricevevano i propri ospiti, organizzavano banchetti ed eventi. Mica male!
Inoltre, sempre nella stesso spazio, ogni giovedì, dalle 21 alle 23 si organizzano serate jazz. QUI potrete dare un’occhiata ai prezzi – che variano a seconda delle vostre esigenze, tipo: serata con cena, solo bibita o menù tapas -. D’estate è aperta al pubblico anche la terrazza dalla quale potrete godere di una vista spettacolare su paseo de Gracia, la Sagrada Familia a sinistra e il Tibidabo alle vostre spalle.
Detto ciò concludo la storia dicendovi che i soldi non sono tutto e che prima o poi, in alcuni casi, finiscono. Fu quello che successe ai due sposini Fuster. Attorno agli anni 20, visti i costi altissimi dell’edificio dovettero ammettere che non potevano più permetterselo e furono costretti ad abbandonarlo.
E se i soldi finiscono ma l’amore resta allora, dico io, chissenefrega.
Comunque, io ci sono stata in veste di invitata/infiltrata speciale e ho avuto l’onore di fotografare, con immensa gratitudine, l’ingresso, il piano terra dove si trova il bar, la sala da pranzo, la zona ricreativa, la terrazza e vari e svariati dettagli modernisti. E se non ci credete, credeteci!
L’Hotel Casa Fuster fa parte della Ruta del Modernismo.