Chi: il Sig. Eusebi Güell, imprenditore e uomo politico catalano, era ricco. Studiò diritto, economia e scienza. Da sua madre ereditò il gusto per l’arte infatti disegnava e pitturava agilmente. Gli piaceva la musica, ci capiva di scultura e conosceva i musei e i monumenti europei perchè viaggiava molto. Era intuitivo, carismatico e si fidava ciecamente di Antoni Gaudí, al quele commissionò vari lavori tra cui los Pavellones Güell, sua prima opera a Barcellona.
Dove: Pedralbes, quartiere bene di Barcellona, nello specifico: Avinguda de Pedralbes, 7.
Come: metro L3, fermata Palau Reial.
Quando: tutti i gg dalle 10 alle 16.
Quanto: 4 euro.
Veniamo al dunque: si tratta di un insieme di edifici, in questo caso con base di pietra e pareti dalle piastrelle decorate ed elementi in ceramica, collegati tra loro e recintati. La porta del cancello principale è la cosa più figa del complesso, prima di tutto perchè la puoi ammirare anche senza dover entrare e quindi pagare, secondo, perchè da più di 100 anni, ci si appoggia un dragone di ferro gigante dalla dentatura perfetta e dalle ali di pipistrello. La cosa ancora più emozionante è che è stato creato usando materiali riciclati nello specifico rimasugli meccanici. Vorrei, a questo punto aggiungere un pensiero, per questo mi piacciono tanto gli artisti modernisti, perchè non buttavano via nulla, usavano gli scarti e ne facevano arte.
Di tutto il complesso quello che si può visitare è un padiglione e il giardinetto interno. Se vuoi, dentro puoi vedere un video sul modernismo della durata di circa 10 minuti. Sarebbe stato figo proiettare un documentario sulla storia dei Padiglioni, di cosa si faceva quando Eusebi invitava i suoi amici, del giardiniere che si occupa della vegetazione, di com’era una giornata tipo. Cose così. O, ancor meglio, un video sul perchè un dragone e non una chimera o una capra, per dire.
Los Pabellones Guell sono una tappa della Ruta del Modernismo e non potete perderveli anche perchè cosa fate, volete non avere un selfie con il dragone? Sfigati.
- mentre entri da quella porticina il dragone ti soffia sul collo.
- vegetazione un po’incolta che fa da cornice
- interno di uno degli edifici del complesso. archi ovunque e finestrelle piccole ma luminose. pavimento in parquet non dell’epoca, zero mobili. sembra più una sala da ballo che altro (non sarebbe male l’idea).
- io che faccio amicizia
- io che mi innamoro
- dragone in ferro del cancello principale.
- se non hai un dragone sul cancello non sei nessuno.
- entri da qui ed esci da là ed è finita la visita. poi certo puoi fare una passeggiata nel giardino ma è piccino, finisce subito.
- il solito: giochi di luce alle 12.30.
- tipo dei grappoli d’uva sulle pareti di pietra.
- porte irregolari. magari averle a casa, fanno arredamento. #design