Paella con la P maiuscola

Paella con la P maiuscola

La Paella – quella con la P maiuscola – è un piatto tipico della gastronomia valenciana ma questo non significa che solo nel sud della Spagna si possa mangiare e che solo lì la sappiano cucinare come si deve, no, non è vero.

Quello che si dice in giro è che è un piatto ricco di ingredienti e che ne esistono varie e svariate versioni: quella a base di carne – solitamente di coniglio e di pollo – quella di pesce, quella mista dove si butta tutto dentro si mescola bene e via e infine quella vegetariana.
Altra cosa che si dice è che un piatto “svuota frigorifero” nel senso che si fa quando si hanno degli avanzi da finire – almeno questo facevano i contadini un tempo -. Oggigiorno, forse, non è più così. Già mi immagino una mia Paella tipo: qualche foglia di lattuga, una mozzarella, una fetta di prosciutto crudo e due di cotto, 100 gr di pomodorini e un cucchiaio di sopressata calabrese e via al fuoco con 200 gr di riso. Missione “frigorifero svuotato” compiuta. No, no, e poi no. Le cose vanno fatte con criterio, soprattutto la Pella. Dai diciamocelo, una volta nei frigo della gente non c’erano ste robe qua. Lascia pur stare che erano più poveri di noi però in frigo c’avevano sempre un pò di verdure dell’orto e un pezzo di carne. Oggi no. Quindi lasciate stare la teoria del: “fai una Paella così ti togli gli avanzi di torno, ok?”.
Niente, vi dicevo. In questo post vi volevo parlare della fantastica Paella vegetariana che abbiamo mangiato a casa del Babbo di Laia. Perchè vegetariana?…vi starete chiedendo. Semplicemente perchè Laia è vegetariana e noi ad un invito non è che potevamo rispondere così: “no scusi, o ce la fa con un pò di tutto o non veniamo!”. Siamo andati e punto. E non vi dico che goduria. Una roba dell’altro mondo. Ora come ora sarà difficile accontentarsi delle paelle che ci propineranno nei ristoranti.
E’ come quando sei abituato alle lasagne della mamma, quelle del ristornate non saranno mai così buone. Insomma, siamo fregati. Si stava meglio quando si stava peggio. Mai un detto m’è sembrato più appropriato, no?
La ricetta è questa ma non spargete troppo la voce:
Per 4 persone.
– taglia 4 carciofi a listarelle e poi friggili  in abbondante olio extra vergine d’oliva. Quando sono croccanti toglili e salali.
– taglia la cipolla a pezzetti piccoli e soffriggila fino a che non diventa dorata.
– aggiungi al soffritto 4 pomodori pelati, due agli teneri, 1 peperone tagliato a pezzettini. Sala e aggiungi al miscuglio un bicchiere di vino bianco.
– lascia cuocere il tutto per circa 10-15 minuti fino a creare una specie di “cremetta”.
– aggiungi il riso ma attenti alle quantità: una tazza di riso vuole due tazze e mezzo d’acqua calda.
– col riso aggiungi anche i carciofi.
– sala bene  il riso e lascia che si cuocia per circa 12 minuti senza mescolare. Se si sta asciugando troppo aggiungi ancora un pochino d’acqua o un pò di vino.
– a metà cottura assaggia e in caso aggiusta di sale.Facile no?Se volete fare la paella di carne, friggete il pollo e il coniglio al posto dei carciofi.
Se volete usare un’altra verdura di stagione al posto dei carciofi, bravi.Questo è quello che mi ricordo nonostante i fiumi d’alcool che il Babbo di Laia ci ha fatto bere. Grazie Babbo di Laia. Grazie Laia. Grazie Petu (compagna del babbo di Laia).

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